ISO 9001:2026. Una nuova era per la Qualità
- Valerio Tavolazzi

- 9 ott
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 15 ott

Ogni revisione della ISO 9001 porta con sé attese, timori e domande.
Ci si chiede: sarà una rivoluzione? Sarà un altro scoglio per le aziende già certificate? Oppure resterà tutto sostanzialmente uguale?
La verità è che la nuova bozza ISO/DIS 9001:2025 non cambia l’ossatura della norma.
La struttura rimane intatta, i dieci capitoli che conosciamo non si toccano.
Eppure, dietro questa apparente continuità, si muove una trasformazione sottile ma decisiva.
Una trasformazione che non riguarda tanto le procedure, quanto la mentalità.
Continuità formale, discontinuità sostanziale
La ISO 9001:2015 aveva consacrato il risk-based thinking: prevenire i problemi, ridurre i rischi, garantire la conformità.
La nuova bozza alza lo sguardo: introduce il concetto di opportunity-based thinking.
Non basta più solo difendersi.
La qualità diventa la capacità di cogliere opportunità: innovare, creare alleanze, integrare nuove tecnologie.
Un cambio di prospettiva che sposta la norma dal linguaggio della protezione a quello della crescita.
Dal controllo ai valori
C’è un altro passaggio silenzioso, ma fondamentale.
La qualità smette di essere soltanto un fatto tecnico. Diventa anche un fatto valoriale.
Nel capitolo sul contesto (4.1) fa il suo ingresso ufficiale il tema del cambiamento climatico (già introdotto dagli addendum del 2024).
Nella leadership (5.1) la direzione non deve solo guidare: deve promuovere etica, cultura della qualità, integrità.
Nell’ambiente di lavoro (7.1.4) si rafforza il tema del benessere psicologico e sociale: inclusione, prevenzione del burnout, clima organizzativo.
La norma chiede alle imprese di assumersi una responsabilità che va oltre la conformità: verso le persone, verso l’ambiente, verso la società.
L’Annex A si fa bussola
Chi ha vissuto la transizione del 2015 ricorda un Annex A usato per chiarire qualche definizione.
Nella nuova versione diventa molto di più: una vera guida interpretativa.
Chiarisce differenze semantiche (“applicable” non è “appropriate”, “continual” non è “continuous”), ribadisce che i requisiti vanno letti come sistema interconnesso, introduce esplicitamente la valutazione del cambiamento climatico come tema di contesto.
È come se gli autori avessero deciso di accompagnare l’organizzazione non solo nel cosa fare, ma anche nel come interpretarlo.
Tecnologie e Intelligenza Artificiale
In molti si aspettavano capitoli dedicati all’IA.
La bozza resta prudente: non introduce requisiti vincolanti, ma colloca l’uso delle nuove tecnologie nel quadro di rischi e opportunità, di leadership etica e di conoscenza organizzativa.
Una scelta che mantiene la norma universale, valida per microimprese e multinazionali.
Un segnale, però, è chiaro: il futuro della qualità passa anche da qui.
La vera domanda
La nuova ISO 9001 non è una rivoluzione nei numeri di capitolo.
È un’evoluzione nello spirito.
Dal rischio alle opportunità.
Dalla conformità all’innovazione.
Dal controllo tecnico alla responsabilità sociale.
E qui si gioca la partita: non tra chi saprà aggiornare una procedura, ma tra chi saprà interpretare questa norma come leva di fiducia, resilienza e crescita.
E adesso?
Molti penseranno: “In fondo è tutto uguale”.
Chi saprà leggere tra le righe, invece, capirà che la qualità sta cambiando pelle.
Non è mai bastato solo certificarsi:, noi diciamo che si certificano tutti, anche i meno meritevoli.
Occorre quindi dimostrare di saper stare dentro il mondo che cambia, con coraggio e consapevolezza.
Ed è proprio qui che la ISO 9001 mostra la sua maturità: non più solo uno strumento di conformità, ma un ponte verso un futuro fatto di etica, sostenibilità e innovazione.
La domanda non è se la tua azienda sarà certificata.
La domanda è: sarà pronta a interpretare questa nuova qualità?




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